mercoledì 31 dicembre 2014
Governare, condurre..
venerdì 26 dicembre 2014
Uno spettro si aggira per il Mondo: il consumatore.
martedì 16 dicembre 2014
Peshawar

giovedì 11 dicembre 2014
Ricordo un episodio...
Ho preso a prestito la citazione di Gabo quale scusa per raccontare un episodio della mia vita per come lo ricordo.
Avevo iniziato da poco la mia attività di Supervisore in Programma Italia, l'anno era 1988 il giorno 2 gennaio, suonai il campanello di casa di un mio amico, mi venne ad aprire la moglie, ci sedemmo al tavolo in cucina (eravamo amici ) e lì proposi al mio amico di abbandonare il suo lavoro da dipendente per seguirmi in una nuova avventura in Programma Italia, ci pensò qualche minuto e poi disse: d'accordo vengo con te!

No, non furono quelli i motivi che lo portarono a scegliere.
Il motivo per il quale il mio amico scelse di lasciare il lavoro da dipendente, un lavoro a lui noto, per un'attività totalmente ignota, fu la possibilità di essere libero. Libero di poter decidere quando lavorare, quanto lavorare, quanto ricavare dal proprio lavoro. Libero di poter crescere sia professionalmente che economicamente per sé e per la propria famiglia.
Ora, quel mondo non c'è più, quello attuale parla di Società del settore solide e consolidate, che hanno a disposizione strumenti finanziari evoluti per i propri clienti, operatori capaci ed attenti, una gamma di prodotti straordinariamente ampia e la possibilità di supporti di tecnologia digitale per raggiungere il cliente ovunque si trovi.
Inoltre il mercato del reclutamento dispone di fior d'ingaggi e di garanzie concrete per coloro che hanno portafoglio da gestire.
Eppure in una situazione quasi idilliaca manca qualche cosa, un quid: il coraggio e la passione.
Rifletti!!!
venerdì 5 dicembre 2014
Non c'è nulla di piu sicuro del cambiamento!
sabato 22 novembre 2014
L'iniziativa economica e la Costituzione Italiana

L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
Ovviamente non essendo un Costituzionalista ma un Cittadino, ed anche piuttosto ignorante, mi limito a leggere l'articolo 41 e capisco che non è possibile creare un'attività economica che possa arrecare danno alla sicurezza (di tutti), alla libertà (di tutti) e alla dignità umana (di tutti).
Che dire allora delle attività economiche della Tyssen Gruop, dell'ILVA o della Fiat e ancora della Eternit e molti altri; sono attività lavorative che rispettano la dignità umana? Che hanno determinato una utilità sociale? Senza arrecare danno alla sicurezza e alla salute della collettività?
Lascio a voi le risposte.
mercoledì 19 novembre 2014
L'Anasf e la negoziazione dei Fondi.
lunedì 17 novembre 2014
L'ideologia
L’ideologia è il complesso di credenze, opinioni, rappresentazioni, valori che orientano un determinato gruppo sociale.
lunedì 10 novembre 2014
Noi e la Corporation.
venerdì 7 novembre 2014
Due episodi non sono una prova...

giovedì 30 ottobre 2014
Gli stress test della Bce, il vertice governo-sindacati: due cortesi irrisioni
Ricevo da Edoardo Varini Publishing e lo pubblico senza commenti condividendolo totalmente.
Una banca che perde in un solo giorno 1,1 miliardi di capitalizzazione. È accaduto ieri a Piazza affari, e la banca è Monte Paschi, che accusa un deficit di capitale di 2,1 miliardi. Se togli la virgola hai il calo del titolo della seduta appena passata: -21%. Anche Banca Carige è sprofondata: -17%. Le servono 810 milioni e le corre in soccorso Mediobanca, garantendo per una sua ricapitalizzazione di circa mezzo miliardo, ma probabilmente anche più. Insomma, quel che mancherà per la bisogna dopo la cessione delle assicurazioni del gruppo al fondo Apollo, a coprire 300 milioni.
Tuttavia, al di là della messa in sicurezza di questo istituto bancario o di quell'altro, gli stress test condotti dalla Bce non hanno fatto altro che punire le banche più sbilanciate sull'economia reale, quelle italiane, spagnole e olandesi in testa, com'è ovvio, esposte rispettivamente verso la clientela al 56,3, 58,4 e 58,2 per cento del totale attivo. Le francesi e le tedesche rispettivamente al 30,5 e 36,1. Ma che brave! Pare proprio non importare a nessuno che abbiano quintupla esposizione ai derivati rispetto alle banche italiane. Ma non c'è niente da fare: la peste finanziaria d'Europa dobbiamo essere noi, vuolsi così colà dove si puote.
L'indice Ifo delude ancora le attese, e per la borsa di San Paolo la conferma di Dilma Rousseff desta non poche preoccupazioni: pronti via -6%. Il petrolio nasconde la testa sotto gli 80 dollari, come inevitabile, con la produzione e la domanda inversamente correlate.
In Italia il governo non arrossisce scrivendo all'Europa che i conti pubblici sono sotto controllo, e a Bruxelles fingono di crederci, ancora per un po'. Tanto la lepre non scappa, dicevamo. La loro è soltanto una cortese irrisione.
Sento dire che ormai si vive solo di presente: almeno! È l'unico piano temporale inesistente: non deve esistere la realtà. Si viva solo dell'irrealtà trascorsa o a venire, nel mirabolante e fascistissimo regno del verosimile. Diceva Goethe che la massima schiavitù è ritenersi liberi senza esserlo. La vera libertà democratica non è pari diritti, come il capitalismo tenta da sempre di farci credere, è pari poteri. E non vi saranno mai pari poteri nella disparità di ricchezza. Se tu, Stato, difendi la proprietà privata prima dell'eguaglianza, non sei uno stato democratico, sei uno stato oligarchico, eticamente ingiusto.
È una semplice verità di cui ci siamo dimenticati. Avevamo altro da fare. Ci andava bene così. E quando sono venuti a dire a chi aveva poco che quel poco era troppo e che bisognava darne ancora una gran parte allo Stato, più bisognoso e affamato dei figli, ci abbiamo creduto, e lo abbiamo fatto, abbiamo dato. C'è chi ha venduto la casa per pagare le tasse, chi l'oro di famiglia, chi i propri pensieri. Pensare ossessivamente a questo: come pagare lo Stato. È il prezzo più alto.
Ieri al ministero del Lavoro l'esecutivo ha incontrato i sindacati. Il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, la titolare della Pubblica amministrazione Marianna Madia hanno prima ascoltato e poi chiesto di mandare una mail. «Bene, bravi, valuteremo». Un'altra cortese irrisione.
A presto.
Edoardo Varini
(28/10/2014)
mercoledì 29 ottobre 2014
L'autostima!

lunedì 27 ottobre 2014
PD (Rinasce la DC?)
lunedì 20 ottobre 2014
...la capacità della nostra mente di comprendere la vita.
mercoledì 15 ottobre 2014
Un episodio non è una prova...
martedì 14 ottobre 2014
Cosa farai da grande?

lunedì 13 ottobre 2014
I fondi comuni? Un patrimonio degli over 65.

I fondi comuni? Un patrimonio degli over 65. Così titola un articolo del Sole 24 ore di Guido Plutino oggi.
Questi report "spaccano il capello" analizzano quello che è avvenuto il giorno X e lo confronto con il giorno X1 di dieci anni prima. O ancora, prendono in considerazione, come in questo articolo, il comportamento di alcune categorie: i giovani dai 26 ai 35 anni, e scoprono che per il target in questione , solo il 5,6% ha investito nei Fondi Comuni d'Investimento,in calo del 7,3% rispetto al 2002 (servizio studi Bnl-Bnp Paribas). Sono passati 12 anni di cui 7 di crisi profonda per l'occupazione giovanile!!! Il 26 enne d'oggi aveva 14 anni nel 2002 !!! Un altra perla è la scoperta che il 68% del patrimonio è detenuto da "investitori" con età superiore ai 56 anni (studio Assogestioni). Questa ricerca di Assogestioni e Bnl fa dire a Guido Plutino che I Fondi Comuni sono strumenti per over 65 anni. Se non si leggesse sino in fondo l'articolo si darebbe una connotazione "limitante" ad uno strumento che ha molte caratteristiche positive che vanno al di là dell'età di chi lo detiene.
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Reddito da Pensione (in via d'estinzione) |
E' una realtà la sostanziale diminuzione del welfare ed in particolare le rendite da pensione per i più giovani sono più che dimezzate. Basta andare sul sito INPS per verificare.
Mi domando c'è un vantaggio per il cliente/investitore nel leggere articoli pieni zeppi di numeri, di dotte considerazioni ma che non possono dare soluzioni?
Un numero elevato di informazioni è uguale alla mancanza d'informazioni.
Ecco perché abbiamo bisogno di qualcuno che interpreti le informazioni le elabori e le porti al cliente/ investitore per permettergli di fare scelte coerenti con le sue necessità. Per questo è importante e necessario dotarsi del promotore finanziario che ha la competenza e la capacità per trovare gli strumenti ed i servizi adeguati sia al 26 enne che al 70 enne.
mercoledì 8 ottobre 2014
Sarebbe bello!

lunedì 6 ottobre 2014
Povero Bernanke!
sabato 4 ottobre 2014
Chi più spende, meno spende.
Un proverbio molto conosciuto dice: chi più spende, meno spende.
Almeno una volta nella vita è capitato anche a noi di aver detto: chi più spende meno spende, specialmente quando si tratta di un acquisto importante: l'abitazione, una ristrutturazione di un immobile o l'auto. Oppure quando dobbiamo sottoporci ad un check up sanitario, una visita specialistica per noi o per i nostri famigliari. La scelta di un professionista quale l'avvocato o il fiscalista. In questi casi si sceglie "il meglio", che comporta, per la maggioranza dei casi, spendere di più in onorari o parcelle. In quei casi ci torna in mente il detto: chi più spende meno spende che ci orienta nella scelta. Riteniamo infatti che un "bravo professionista" meriti un adeguato compenso, non importa se è alto il compenso. Il pagare un alto compenso ci inorgoglisce e diventa motivo di vanto.
Ora, il promotore finanziario è un professionista, e come tale riceve un adeguato compenso per le sue prestazioni, se è bravo ha un alto compenso.
Tuttavia, poiché i compensi dei promotori finanziari, non vengono versati a lui direttamente sotto forma di onorario o parcella, è difficile per il cliente capire quanto lo paga. Il cliente paga la Banca o la SIM(società d'intermediazione immobiliare) attraverso delle commissioni parte delle quali vengono stornate al promotore finanziario.
Pertanto il professionista in questione riceve una fee (compenso)in percentuale sul portafoglio in gestione, che è l'insieme dei portafogli dei SUOI clienti. E' evidente che più è "grande" il portafoglio maggiori sono i ricavi per il professionista.
L'interessante, qui, è comprendere come i ricavi del PF e il guadagno del Cliente sia correlato, meglio ancora strettamente legato. Addirittura da farci dire che se perde denaro il cliente lo perde anche il professionista che lo gestisce. Per contro più guadagna il cliente e maggiore è il compenso del professionista.
Immaginiamo un portafoglio in gestione di 20 milioni di euro e ipotizziamo che il professionista abbia una fee dello 0,50% annuo, il ricavo lordo del professionista sarebbe di 100 mila €. Se l'anno successivo il portafoglio ha un decremento e si attesta a 19 milioni di €(-5%) il ricavo lordo del pf è di 95 mila €(-5%) , qualora invece il portafoglio salisse a 21 milioni di € (+5%) il ricavo del pf è di 105 mila €(+5%).
E' strabiliante pensare che in condizioni come quella sopra descritta ci sia ancora un pensiero di gruppo che parla di conflitto d'interesse. E' invece evidente che l'interesse tra il promotore finanziario ed il suo cliente è comune.
Qualsiasi persona di buon senso e che non è aprioristicamente in malafede non può che convenire nel considerare vantaggioso avere al suo fianco un professionista che trae la propria remunerazione del vantaggio che porta al cliente.
mercoledì 1 ottobre 2014
Smantelliamo? Forse no?

A proposito di "pensiero di gruppo", in questi giorni si dibatte del tema del lavoro! In questo dibattito ci sono coloro che sostengono la totale liberalizzazione delle modalità di assunzione e di licenziamento dei lavoratori dipendenti. Per contro ci sono coloro che vorrebbero mantenere un minimo di salvaguardia nell'assunzione e nel licenziamento dei lavoratori dipendenti. Tutti e due gli schieramenti sostengono che non sarà la modifica dell'art.18, per la parte che riguarda il licenziamento discriminatorio, a dare impulso all'occupazione.

L'interessante è, ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, constatare con che coraggio le TV ed i giornali sostengono che la mancanza di flessibilità nell'assunzione e nei licenziamenti è il motivo principale che adducono gli imprenditori stranieri per non investire in Italia. Sono gli stessi giornali e TV che ogni giorno ci raccontano che in Italia ci sono troppi precari, troppe finte partite IVA e troppe finte cooperative. Sono gli stessi giornali e le stesse TV che dichiarano ogni giorno che i giovani NON sono garantiti perché vengono assunti a tempo determinato, a progetto etc. E questi giovani non avranno una pensione adeguata, non solo al loro tenore di vita attuale ma alla sopravvivenza. Ma si dimenticano di dirci che questi giovani quando saranno anziani lo Stato Italiano, la comunità, dovrà sostenerli (si chiama Stato Sociale) e non potrà chiedere agli imprenditori che li hanno impiegati, di contribuire al loro sostentamento.
E' lo stesso "pensiero di gruppo" che negli ultimi anni a prodotto questa situazione, la riforma del lavoro che introdusse le assunzioni a tempo determinato, è stato voluto per liberalizzare un mercato del lavoro "ingessato" dallo statuto dei lavoratori.
Eccoli i risultati!
Disoccupazione in Italia al 12,3% pari a 3.134.000 persone.
Secondo me, non è l'art.18 a tutela dei licenziamenti illegittimi, ad aver prodotto questa grave situazione sociale in Italia e in Europa, mentre una grande parte l'ha avuta l'avidità assunta a valore primario.
Rifletti!
venerdì 26 settembre 2014
Se non ora, quando?
Leggo dal Sole 24 Ore - Isabella Della Valle - "E' una corsa senza freni quella del risparmio gestito. Con 12,7 miliardi incassati ad agosto..." E ancora "L'andamento positivo dei mercati sommato alle nuove sottoscrizioni hanno portato il patrimonio complessivo dell'industria a ritoccare un nuovo record a quota 1.510,4 miliardi." La maggior parte dei flussi arriva dai Fondi Comuni di Investimento con 7,6 miliardi e da una considerevole risultato degli Istituzionali per 4,4 miliardi.
La parte del leone nella raccolta di agosto è di Intesa San Paolo con 3,6 miliardi.
L'industria del risparmio in Italia è ben in salute!
C'è comunque qualcosa chi mi sfugge!
Il mercato del risparmio è in piena crescita.
Le banche stanno trasformando i propri operatori in promotori finanziari per poter svolgere l'attività fuori sede.
Il numero dei clienti di promotori finanziari(delle società aderenti ad Assoreti) sono 3.398.983 in aumento di 60.175 clienti da dicembre 2013 a giugno 2014 (dati Assoreti).
Il patrimonio complessivo dei PF (delle società aderenti ad Assoreti) è di 299.246.400.000 con un incremento di oltre 20 miliardi da dicembre 2013 a giugno 2014. (dati Assoreti).
In una situazione di mercato come quella descritta, dovrebbe esserci la fila di candidati a svolgere la professione di promotore finanziario/consulente.
Mi rendo conto che la professione di promotore finanziario è complessa e necessita di molte ore di formazione, in special modo nei neo promotori con un portafoglio clienti ridotto, o nullo, comporta solo costi certi per l'azienda che potrebbero non essere compensati in seguito. E questo è uno dei motivi del mancato accesso dei giovani alla professione. Che crea una difficoltà nel ricambio generazionale che inizia a pesare sulle reti di promotori.
Oggi ci troviamo in una congiuntura favorevole, analizzando questi dati, è il momento di innovare e investire anche sulle professionalità future.
Se non ora quando investire sui giovani in modo concreto consentendogli di accedere a questo mercato, attraverso la ricerca e la creazione di prodotti e servizi adeguati per i giovani, che è il loro mercato di riferimento, ed anche concedendogli dei portafoglio da gestire.