giovedì 4 settembre 2014

La trappola del "pensiero di gruppo"

La trappola del pensiero di gruppo consiste proprio in questa perversa influenza dei molti sul processo decisionale del singolo. Le vittime di questa trappola sono travolte dalle emozioni che il forte senso d'appartenenza suscita in loro. Il rapporto si attenua, i fatti lasciano il posto alla fede nel gruppo, il pensiero critico al Wishful thinking.
Sotto la pressione della sicurezza e dell'orgoglio che si prova per essere membri di qualcosa "di più grande" (il Gruppo), ognuno aggiusta inconsapevolmente le proprie opinioni su quello che ritiene sia il consenso generale. Questo alimenta nel singolo un'illusione di invulnerabilità e di moralità un'anima mente condivisa. Gli eventuali "avvocati del diavolo" o si censurano volontariamente oppure vengono emarginati in modo, per così dire, naturale. Le obiezioni provocano una vergogna anticipata in chi dovrebbe avanzarle. E dove emergono non hanno la forza per innescare alcuna riflessione.
(Cit. Trappole Mentali pag.103-104, autore Matteo Motterlini edizioni Rizzoli)

Se questo è il  funzionamento del nostro cervello è evidente che le "informazioni" che riceviamo giornalmente riescono, per la maggior parte di noi, a costruire il pensiero di gruppo. Che incide profondamente sulle nostre convinzioni, così come è vero che 'l'avvocato del diavolo' spesso ci sta antipatico perché è lo specchio delle nostre paure.






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