lunedì 8 settembre 2014

Sono utili i promotori finanziari?

 
Leggo, Reclutamenti: maxi infornata da 200 pf in Intesa San Paolo, e questo solo nel mese d’agosto di quest’anno.
Ne sono felice, e do il mio personale benvenuto ai colleghi neo promotori finanziari, con l’auspicio che anche loro possano concorrere a rendere questa professione/attività sempre più appetibile per le nuove generazioni.
Ora, in questa notizia che sembra una normale notizia di cronaca, una banca, non la sola per la verità, ha “reclutato” in un colpo solo una rete di promotori finanziari. Il termine reclutato non è corretto in quanto questi colleghi erano già loro dipendenti li ha diciamo…trasformati in promotori finanziari. Questa trasformazione è avvenuta “orientando” i propri dipendenti ad ottenere l’abilitazione per poter promuovere prodotti e servizi finanziari “fuori sede”.
Tradotto per persone semplici quali noi siamo, i bancari andranno dai clienti, invece di “aspettarli in filiale”, e questo è un grande cambiamento per i clienti, ma anche per i bancari che dovranno modificare il loro modus operandi.
Anche questa è un’ulteriore dimostrazione che i “regolamenti” incidono sui comportamenti e lo si comprende quando le condizioni di mercato mutano. Oggi “in banca” ci vanno in pochi, ed allora bisogna cercarli i clienti, e coloro che una volta venivano sprezzantemente chiamati i ”venditori porta a porta” hanno dimostrato che grazie ai loro comportamenti corretti, hanno saputo acquisire e trattenere i clienti diventando un “modello” che le grandi Banche stanno copiando.
E allora quale è il “vantaggio” per il cliente nell’avere come  interlocutore  un promotore finanziario in banca?  In primis è l’aver uniformato la cultura del cliente, il cliente al centro, il cliente che detta le sue condizioni tramite la sottoscrizione del profilo di rischio. Il secondo è che finalmente non ci dovrebbero essere più clienti di seria A e clienti di serie B ma ogni cliente ha le stesse informazioni.  Il terzo, udite, udite, addirittura potrebbe cambiare il luogo fisico dell’incontro e può essere il cliente a determinarne sia il luogo che il tempo di relazione, come avviene con un promotore finanziario autonomo.
Ben venga quindi che le banche, grandi o piccole che siano, continuino ad avvalersi sempre più di promotori finanziari loro dipendenti, i quali avranno un conflitto d’interessi grande come una grattacielo, perché si troveranno costretti a decidere se” lavorare per il cliente” o per la Banca.

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