Leggo, Reclutamenti: maxi infornata da 200 pf in Intesa San
Paolo, e questo solo nel mese d’agosto di quest’anno.
Ne sono felice, e do il mio personale benvenuto ai colleghi
neo promotori finanziari, con l’auspicio che anche loro possano concorrere a
rendere questa professione/attività sempre più appetibile per le nuove
generazioni.
Ora, in questa notizia che sembra una normale notizia di
cronaca, una banca, non la sola per la verità, ha “reclutato” in un colpo solo
una rete di promotori finanziari. Il termine reclutato non è corretto in quanto
questi colleghi erano già loro dipendenti li ha diciamo…trasformati in
promotori finanziari. Questa trasformazione è avvenuta “orientando” i propri
dipendenti ad ottenere l’abilitazione per poter promuovere prodotti e servizi
finanziari “fuori sede”.
Tradotto per persone semplici quali noi siamo, i bancari
andranno dai clienti, invece di “aspettarli in filiale”, e questo è un grande
cambiamento per i clienti, ma anche per i bancari che dovranno modificare il
loro modus operandi.
Anche questa è un’ulteriore dimostrazione che i “regolamenti”
incidono sui comportamenti e lo si comprende quando le condizioni di mercato
mutano. Oggi “in banca” ci vanno in pochi, ed allora bisogna cercarli i clienti,
e coloro che una volta venivano sprezzantemente chiamati i ”venditori porta a
porta” hanno dimostrato che grazie ai loro comportamenti corretti, hanno saputo
acquisire e trattenere i clienti diventando un “modello” che le grandi Banche
stanno copiando.
E allora quale è il “vantaggio” per il cliente nell’avere come
interlocutore un promotore finanziario in banca? In primis è l’aver uniformato la cultura del
cliente, il cliente al centro, il cliente che detta le sue condizioni tramite
la sottoscrizione del profilo di rischio. Il secondo è che finalmente non ci
dovrebbero essere più clienti di seria A e clienti di serie B ma ogni cliente
ha le stesse informazioni. Il terzo,
udite, udite, addirittura potrebbe cambiare il luogo fisico dell’incontro e può
essere il cliente a determinarne sia il luogo che il tempo di relazione, come
avviene con un promotore finanziario autonomo.
Ben venga quindi che le banche, grandi o piccole che siano,
continuino ad avvalersi sempre più di promotori finanziari loro dipendenti, i
quali avranno un conflitto d’interessi grande come una grattacielo, perché si
troveranno costretti a decidere se” lavorare per il cliente” o per la Banca.
Nessun commento:
Posta un commento
Se vuoi inserire il tuo commento puoi scegliere nella finestra qui sotto. Qualora la tua scelta fosse Anonimo puoi comunque apporre la tua firma. Grazie