giovedì 30 ottobre 2014

Gli stress test della Bce, il vertice governo-sindacati: due cortesi irrisioni


Ricevo da Edoardo Varini  Publishing e lo pubblico senza commenti condividendolo totalmente.

Una banca che perde in un solo giorno 1,1 miliardi di capitalizzazione. È accaduto ieri a Piazza affari, e la banca è Monte Paschi, che accusa un deficit di capitale di 2,1 miliardi. Se togli la virgola hai il calo del titolo della seduta appena passata: -21%. Anche Banca Carige è sprofondata: -17%. Le servono 810 milioni e le corre in soccorso Mediobanca, garantendo per una sua ricapitalizzazione di circa mezzo miliardo, ma probabilmente anche più. Insomma, quel che mancherà per la bisogna dopo la cessione delle assicurazioni del gruppo al fondo Apollo, a coprire 300 milioni.

Tuttavia, al di là della messa in sicurezza di questo istituto bancario o di quell'altro, gli stress test condotti dalla Bce non hanno fatto altro che punire le banche più sbilanciate sull'economia reale, quelle italiane, spagnole e olandesi in testa, com'è ovvio, esposte rispettivamente verso la clientela al 56,3, 58,4 e 58,2 per cento del totale attivo. Le francesi e le tedesche rispettivamente al 30,5 e 36,1. Ma che brave! Pare proprio non importare a nessuno che abbiano quintupla esposizione ai derivati rispetto alle banche italiane. Ma non c'è niente da fare: la peste finanziaria d'Europa dobbiamo essere noi, vuolsi così colà dove si puote.


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L'indice Ifo delude ancora le attese, e per la borsa di San Paolo la conferma di Dilma Rousseff desta non poche preoccupazioni: pronti via -6%. Il petrolio nasconde la testa sotto gli 80 dollari, come inevitabile, con la produzione e la domanda inversamente correlate.

In Italia il governo non arrossisce scrivendo all'Europa che i conti pubblici sono sotto controllo, e a Bruxelles fingono di crederci, ancora per un po'. Tanto la lepre non scappa, dicevamo. La loro è soltanto una cortese irrisione. 

Sento dire che ormai si vive solo di presente: almeno! È l'unico piano temporale inesistente: non deve esistere la realtà. Si viva solo dell'irrealtà trascorsa o a venire, nel mirabolante e fascistissimo regno del verosimile. Diceva Goethe che la massima schiavitù è ritenersi liberi senza esserlo. La vera libertà democratica non è pari diritti, come il capitalismo tenta da sempre di farci credere, è pari poteri. E non vi saranno mai pari poteri nella disparità di ricchezza. Se tu, Stato, difendi la proprietà privata prima dell'eguaglianza, non sei uno stato democratico, sei uno stato oligarchico, eticamente ingiusto.

È una semplice verità di cui ci siamo dimenticati. Avevamo altro da fare. Ci andava bene così. E quando sono venuti a dire a chi aveva poco che quel poco era troppo e che bisognava darne ancora una gran parte allo Stato, più bisognoso e affamato dei figli, ci abbiamo creduto, e lo abbiamo fatto, abbiamo dato. C'è chi ha venduto la casa per pagare le tasse, chi l'oro di famiglia, chi i propri pensieri. Pensare ossessivamente a questo: come pagare lo Stato. È il prezzo più alto.

Ieri al ministero del Lavoro l'esecutivo ha incontrato i sindacati. Il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, la titolare della Pubblica amministrazione Marianna Madia hanno prima ascoltato e poi chiesto di mandare una mail. «Bene, bravi, valuteremo». Un'altra cortese irrisione.

A presto. 

Edoardo Varini

(28/10/2014)

mercoledì 29 ottobre 2014

L'autostima!


Siete depressi? Avete difficoltà nel lavoro  nella ricerca del lavoro? Dovete affrontare un colloquio di selezione? Siete in ansia? 
Andate su YouTube e digitate "Lizzie Velasquez" fate un respiro profondo e prendetevi tutto il tempo per guardare il video fino in fondo. È tempo ben utilizzato.
In questi mesi ho incontrato tante persone che hanno bisogno di paragonare la loro esistenza e le loro difficoltà con quelle di Lizzie. Io stesso ho bisogno di guardare Lizzie per rendermi conto di quanto sono fortunato e per questo quanto posso fare per me stesso e per gli altri. Storie di vita come quelle di Lizzie sono un esempio per tutti coloro che vogliono crescere. L'autostima è una potente molla che ti lancia verso gli obiettivi/risultati che ognuno di noi vuole raggiungere.
Buona visione!



lunedì 27 ottobre 2014

PD (Rinasce la DC?)

La Leopolda, vecchia stazione ferroviaria in disuso a Firenze, è diventata il simbolo del nuovo, il cantiere di progetti governativi. Il suo leader Matteo Renzi ha spinto il piede sull'acceleratore della rottamazione del PD. In quell'occasione per ridicolizzare la minoranza interna ricordava loro che uno smartphone non ha bisogno di gettoni per funzionare, e che una fotocamera digitale non usa il rullino.La rottamazione che sta portando avanti non riguarda più e solo i vecchi politici e i membri degli apparati ma l'intera area della sinistra. Cioè quella parte la cui cultura ha portato nel secondo dopoguerra alla costruzione dello Stato Sociale così come l'abbiamo conosciuto in questi anni .Lo stato sociale (anche detto dall'inglese welfare state) è una caratteristica dei moderni stati di diritto che si fonda sul principio di uguaglianza. Ricordo a me stesso che la profonda crisi che sta interessando milioni di persone nel mondo è causata dalla mancanza di diritti e dal perdurare della disuguaglianza. 
Ora, l'interessante è constatare come la politica del governo Renzi è apprezzata da Marchionne A.D. di FCA( Fiat Crysler Automobiles) da Serra proprietario del fondo Algebris Investment, da Farinetti patron di Eataly e contrastato dalle organizzazioni dei lavoratori. Sarà un caso ma piace proprio a persone che credono nel liberismo più sfrenato. Che ritengono si debbano togliere tutte le conquiste civili e sociali ottenute nella seconda metà dell'Ottocento portando dignità ai ceti sociali più bassi( non si può dire classi perché saresti considerato un vetero comunista).
Matteo Salvini, che notoriamente non è un comunista, insiste nel dire che Matteo Renzi sta ricostruendo la Democrazia Cristiana e in questo ha probabilmente ragione.
D'altra parte basterebbe leggere i curricula degli attuali ministri del Governo Renzi per comprendere qual è la loro base ideologica. Ah! Certo non bisogna farsi tentare dal riportare in politica l'ideologia ma mantenere la barra dritta sul fare perché di questo ha bisogno il Paese! E chi stabilisce il bisogno del Paese è il Governo, la BCE, il Fondo Monetario Internazionale e la Commissione Europea. 
I cittadini di questo Paese non sono in grado di saperlo!
È pur vero che accendendo la TV, leggendo i quotidiani il mondo che ci viene descritto è quello che ci porta inevitabilmente a dar "ragione" a  coloro che ci fanno credere che in tutti questi anni abbiamo scialato e per questo è giusto subire la sacrosanta punizione.

Ancora una volta il "pensiero di gruppo" ci orienta.
😄😄😄😄😄👏





lunedì 20 ottobre 2014

...la capacità della nostra mente di comprendere la vita.



"Insegnare significa spiegare agli alunni che esiste un futuro. E se non lo capiscono, spiegarglielo di nuovo." L'ha detto Daniel Pennac dialogando con Ezio Mauro nell'ambito della manifestazione la Repubblica delle Idee a Palermo. La lettura del dialogo avvenuto tra i due è molto interessante perché è riconducibile a situazioni che alcuni di noi hanno vissuto, ed altri ancora oggi vivono, nel mondo della scuola o del lavoro. Ne riporto alcuni passaggi che ritengo illuminanti. Daniel Pennac è diventato uno scrittore di libri per bambini ed a scuola non andava molto bene, lui stesso ammette: "quando i professori mi dicevano che ero un cretino io ci credevo, credevo di non avere un futuro". Il Direttore di la Repubblica ricorda una dichiarazione di Malala Yousafzai ragazza pachistana attivista dei diritti civili, premio Nobel per la Pace che dice: un bambino, un insegnate, un libro, una penna, possono cambiare il mondo. Mentre Antonio Gramsci citato da Ezio Mauro sostiene: [la cultura] è la capacità che la  nostra mente ha di comprendere la vita.
Mi piace molto e condivido la posizione di Pennac sul ruolo dell'insegnante che porta all'alunno la visione di un futuro possibile e raggiungibile. Condivido anche il  metodo d'insegnamento nella necessità di ripetere più volte un concetto fino a quando lo si è capito. 
Puntare sulla conoscenza per migliorare il mondo ritengo sia un orientamento fantastico che dovrebbe trovare molti adepti. Specialmente nei livelli (classi,caste ?) di popolazione più bisognosa.
Nella realtà quotidiana invece si tende ad eliminare i "maestri", gli "insegnanti" per dare spazio ai comunicatori. A coloro che usano la parte emozionale per orientarti nelle decisioni . Siamo arrivati a credere che in un mondo permanentemente interconnesso non sia più necessario approfondire, ricercare e studiare. 
Così come vogliono farci credere , che non è importante partecipare in prima persona a determinare il proprio futuro, ma delegare ad altri - movimenti politici, partiti, associazioni - l'indicazione della strada che ognuno di noi deve percorrere.

Rifletti!







mercoledì 15 ottobre 2014

Un episodio non è una prova...




Voglio raccontarvi quanto mi è  accaduto ieri: ricevo un messaggio attraverso iMessage sull'iPad, sono Paolo (nome fittizio) posso chiamarti? Rispondo ovviamente si,  perché  conosco la persona è un mio collega. 
Dopo qualche minuto, Paolo mi sta raccontando la sua storia: all'età di 49 anni l'azienda per la quale lavora ha deciso che la sua figura non è più utile/interessante per i progetti aziendali. Pertanto gli propone una transazione economica, in buona sostanza gli da del denaro purché non vada alla concorrenza. E gli assicura che nel frattempo puoi continuare l'attività di promotore finanziario nella stessa Società , acquisendo nuovi clienti, e per questo continuerà ad essere pagato. Bellissimo! Un'Azienda con questi principi è da sostenere se non addirittura da portare ad esempio.
Senonchè, mi racconta Paolo, nel colloquio avuto in fase preliminare, il trattamento economico prevedeva di ricevere, spalmato in 60 mesi, le indennità previste dagli occordi collettivi nazionali e da quelli interni. Pertanto Paolo percepirebbe ( il condizionale è d'obbligo) le indennità sino a qui maturate e certificate dal documento inviatogli annualmente dall'Azienda con l'aggiunta di un premio.
Nel successivo incontro, di fronte ad un 'funzionario',gli viene consegnato il documento con la proposta economica e la modalità di pagamento . Ora, voi non ci crederete, ed anch'io all'inizio non volevo crederci, ho insistito con Paolo perché mi chiarisse meglio il passaggio, la proposta economica era inferiore alle somme che l'Azienda certifica annualmente ai propri collaboratori, la differenza è solo di 300.000 €. 
Capite 300.000 euro in meno! 
Al telefono Paolo sostiene: capisci mi dicono che mi hanno aggiunto un premio di 100.000 euro ma dove?!
Alla richiesta di spiegazioni la risposta del "funzionario" è stata il documento che ti viene inviato annualmente non è corretto, le cifre sono sbagliate.
Come???






Questo episodio fa parte della storia di una Azienda straordinaria che ha saputo "convincere" i propri collaboratori a guardare sempre avanti per costruire il proprio futuro. 

Complimenti!







martedì 14 ottobre 2014

Cosa farai da grande?


Cosa farai da grande ? Il Private Banker o il Giudice è la risposta di mia nipote Bea (Beatrice). Personalmente non trovo attinenza tra le due attività, ma per Bea che ha una visione diversa dalla mia , non cerca gli eventuali punti d'incontro la sua scelta è "emotiva". Il punto di vista che determina  l'eventuale scelta è : "mi piace" sia l'una che l'altra attività. Non ha bisogno di approfondire, di valutare di analizzare non è ancora legata al denaro o all'immagine professionale degli adulti, è libera dai condizionamenti.
E quando sei grande, adulto, quali sono le motivazioni che ti spingono a scegliere un'attività al posto di un'altra, sembra sia la stessa che usa mia nipote, il "mi piace". Perché se la condizione  fosse diversa, ponderata, analizzata e valutata sia economicamente che come crescita personale e professionale non esisterebbero situazioni come quella che voglio rappresentarvi.

Il mondo della promozione finanziaria è alquanto eterogeneo, quando si tenta di uniformarlo ci si rende conto delle difficoltà nel comprendere in un unicum il ruolo di promotore finanziario. Le diverse sfaccettature, come quella del manager di rete oppure il Private Banker con un grosso portafoglio, e ancora il neo promotore; pongono attenzioni diverse.
L'unica condizione che accomuna tutte queste professionalità è il "mandato d'agenzia", che per il fisco italiano è essere un imprenditore. Da Wikipedia la definizione di " imprenditore": è colui che detiene capitali, mezzi di produzione, forza lavoro e materie prime stimolando la creazione di nuova ricchezza". Il promotore finanziario non ha necessità di capitali propri, e neanche materie prime, neppure forza lavoro oltre la propria, anche se stimola nuova ricchezza. Allora potremmo chiamarci professionisti in quanto la sua definizione ( diz.Treccani) : chi esercita una professione intellettuale o liberale come attività economica primaria. Questa definizione è la più calzante con l'attività di un promotore finanziario. Va detto che un professionista stabilisce la sua remunerazione economica ,mentre il promotore finanziario non lo può fare!



In questa situazione complessa e caotica il rapporto tra il PF è la propria società è di uno a uno, dove l'uno più debole è inevitabilmente il promotore finanziario.
Detto ciò, il vero motore delle Reti di Consulenza sono i promotori finanziari, senza i quali non sarebbe possibile gestire i clienti e acquisirne di nuovi.

Per onor del vero va detto che Anasf nei mesi scorsi aveva timidamente lanciato un "contratto europeo" che dovrebbe essere la revisione migliorata del vecchio contratto. Il rumore di questo lancio "ha prodotto un silenzio assordante". 
È probabile che non sia sufficiente una conferenza stampa per un tema così importante per l'industria delle Reti di Consulenza, forse sarebbe il caso di incontrare i promotori finanziari ed i responsabili delle Reti per coinvolgerli nel progetto.

A meno che tutto questo "ci piaccia ".














lunedì 13 ottobre 2014

I fondi comuni? Un patrimonio degli over 65.





I fondi comuni? Un patrimonio degli over 65. Così titola un articolo del Sole 24 ore di Guido Plutino oggi.
Comprendo la difficoltà della stampa "specializzata" nel dover raccontare, ogni giorno, cosa potrebbe accadere o cosa è accaduto -questo è più facile- nel "mondo finanziario". Ecco perché proliferano indagini, analisi e report di prestigiosi enti o servizi studi di altrettanto importanti gruppi multinazionali.



 Questi report "spaccano il capello" analizzano quello che è avvenuto il giorno X e lo confronto con il giorno X1 di dieci anni prima. O ancora,  prendono  in considerazione, come in questo articolo, il comportamento di alcune categorie: i giovani dai 26 ai 35 anni, e scoprono che per il target in questione , solo il 5,6% ha investito nei Fondi Comuni d'Investimento,in calo del 7,3%  rispetto al 2002 (servizio studi Bnl-Bnp Paribas). Sono passati 12 anni di cui 7 di crisi profonda per l'occupazione giovanile!!!  Il 26 enne d'oggi aveva 14 anni  nel 2002  !!! Un altra perla è la scoperta che il 68% del patrimonio è detenuto da "investitori" con età superiore ai 56 anni (studio Assogestioni). Questa ricerca di Assogestioni e Bnl fa dire a Guido Plutino che I Fondi Comuni sono strumenti per over 65 anni. Se non si leggesse sino in fondo l'articolo  si darebbe una connotazione "limitante" ad uno strumento che ha molte caratteristiche positive che vanno al di là dell'età di chi lo detiene.
Superato il titolo ed arrivando alla fine, l'autore pone una questione importante la scarsa consapevolezza nell'allocazione delle risorse,  visione che condivido. E condivido anche, quando sostiene  che le scelte politiche spingendo esclusivamente la ripresa dei consumi non aiutano ad invertire la tendenza. Anzi rischiano di risolvere un problema oggi per crearne un altro domani.


Reddito da Pensione (in via d'estinzione)


E' una realtà la sostanziale diminuzione  del welfare ed in particolare le rendite da pensione per i più giovani sono più che dimezzate. Basta andare sul sito INPS per verificare.

Mi domando c'è un vantaggio per il cliente/investitore nel leggere articoli pieni zeppi di numeri, di dotte considerazioni ma che non possono dare soluzioni?
Un numero elevato di informazioni è uguale alla mancanza d'informazioni.


Ecco perché abbiamo bisogno di qualcuno che interpreti le informazioni le elabori e  le porti al cliente/ investitore per permettergli di fare scelte coerenti con le sue necessità. Per questo è importante e necessario dotarsi del promotore finanziario che ha la competenza e la capacità  per trovare gli strumenti ed i servizi adeguati sia al 26 enne che al 70 enne.




 

mercoledì 8 ottobre 2014

Sarebbe bello!

È un momento straordinario per i  promotori finanziari perchè sono diventati centrali nei progetti di cambiamento in atto tra le Banche Italiane.
Sembra siano migliaia gli operatori bancari che otterranno l'abilitazione a svolgere la loro attività fuori Sede. È in atto una vera e propria rivoluzione della rete di sportelli bancari che per la maggior parte sarà tecnologicamente avanzata, per ridurre il personale interno, e con orari dilatati per accogliere i clienti. Ed all'esterno delle filiali ,il bancario divenuto promotore finanziario, incontrerà il cliente dove il cliente vorrà. Banca Finanza sostiene che Intesa San Paolo creerà  una rete di 2000 gestori personali, abilitati promotori finanziari, per una clientela di fascia medio alta.
Se questi progetti andranno in porto avremo una nuova modalità di erogazione dei servizi bancari.
Ora, questo sarà il mondo delle cosiddette 'banche tradizionali', come le chiamiamo da anni, anche se i progetti che sono stati presentati vanno ben al di là del 'tradizionale' anzi sono passaggi totalmente innovativi. 
Le banche 'tradizionali' avranno sportelli multimediali, orari flessibili, promotori finanziari e strutture di Private Banking e continueranno a detenere la maggioranza dei risparmi degli Italiani. Saranno in condizione di orientare il mercato dei prodotti, basta vedere cosa è successo nel mese d'agosto di quest'anno dove sono stati raccolti 12,7 miliardi di € nel gestito.
Il mondo delle Reti ha un vantaggio storico sulle banche nella Consulenza al Cliente e può incrementarlo migliorando la formazione dei propri collaboratori nel come presentare ai Clienti il servizio di Consulenza a pagamento.
L'idea che un servizio debba essere pagato è nelle corde di ogni cliente. Non ho mai trovato un cliente che abbia rinunciato ad un vantaggio a fronte di un costo da pagare.
La Consulenza che viene prestata da un avvocato, da un ingegnere, da un architetto o da un geometra prevede una parcella e nessuno di noi ritiene di non pagarla.  
L'accelerazione verso la Consulenza a pagamento è a mio avviso la strada maestra delle Reti per innovarsi ed espandere il proprio business. 
Bello sarebbe che fosse l'Anasf ad affrontare e promuovere questo dibattito con le Società Mandanti mettendo a profitto la grande esperienza dei suoi dirigenti nel trovare la soluzione più adeguata per i promotori, le Società e i Clienti.













lunedì 6 ottobre 2014

Povero Bernanke!

         Ben Bernanke 

Ben Bernanke ex governatore della banca centrale USA nel corso di una Conferenza a Chicago ha dichiarato che non è riuscito a rifinanziare il proprio mutuo scatenando l'ilarità del pubblico. 
È quanto scriveva la Repubblica.it del 3 ottobre scorso. 
Prendendo spunto dal "caso Bernanke " è interessante  constatare come "i sistemi idioti" colpiscano indiscriminatamente le persone che si trovano ad avere la necessità di rifinanziarsi il mutuo. Il signor Bernanke riceve 250.000 $ per ogni suo discorso. Non sembra una persona indigente e neppure un potenziale insolvente. Eppure il " sistema idiota" lo ritiene inadeguato per il rifinanziamento del mutuo, perché valuta il reddito passato certo, da presidente della FED, con l'attuale considerato incerto da conferenziere e consulente.
Il caso in questione evidenzia come alcune scelte non debbano essere affidate ad una macchina che usa un algoritmo per valutare le persone. Le macchine non hanno l'uso del buon senso e servono a coloro che non vogliono prendersi la responsabilità di sbagliare o dì assumersi il normale rischio imprenditoriale.

Un caso simile potrebbe accadere in Italia? La risposta è no, non sarebbe possibile perché da noi ad un signore come Bernanke il mutuo lo rifinanziaremmo sicuramente arrivando persino a forzare l'algoritmo. 








sabato 4 ottobre 2014

Chi più spende, meno spende.





Un proverbio molto conosciuto dice: chi più spende, meno spende.

Almeno una volta nella vita è capitato anche a noi di aver detto: chi più spende meno spende, specialmente quando si tratta di un acquisto importante: l'abitazione, una ristrutturazione di un immobile o l'auto. Oppure quando dobbiamo sottoporci ad un check up sanitario, una visita specialistica per noi o per i nostri famigliari. La scelta di un professionista quale l'avvocato o il fiscalista. In questi casi si sceglie "il meglio", che comporta, per la maggioranza dei casi, spendere di più in onorari o parcelle. In quei casi ci torna in mente il detto: chi più spende meno spende che ci orienta nella scelta. Riteniamo infatti che un "bravo professionista"  meriti un adeguato compenso, non importa se è alto il compenso. Il pagare un alto compenso ci inorgoglisce e diventa motivo di vanto.
Ora, il promotore finanziario è un professionista, e come tale riceve un adeguato compenso per le sue prestazioni, se è bravo ha un alto compenso.
Tuttavia, poiché i compensi dei promotori finanziari, non vengono versati a lui direttamente sotto forma di onorario o parcella, è difficile per il cliente capire quanto lo paga. Il cliente paga la Banca o la SIM(società d'intermediazione immobiliare) attraverso delle commissioni parte delle quali vengono stornate al promotore finanziario.
Pertanto il professionista in questione riceve una fee (compenso)in percentuale sul portafoglio in gestione, che è l'insieme dei portafogli dei SUOI clienti. E' evidente che più è "grande" il portafoglio maggiori sono i ricavi per il professionista.
L'interessante, qui, è comprendere come i ricavi del PF e il guadagno del  Cliente sia  correlato, meglio ancora strettamente legato. Addirittura da farci dire che se perde denaro il cliente lo perde anche il professionista che lo gestisce. Per contro più guadagna il cliente e maggiore è il compenso del professionista.

Immaginiamo un portafoglio in gestione di 20 milioni di euro e ipotizziamo che il professionista abbia una fee dello 0,50%  annuo, il ricavo lordo del professionista sarebbe di 100 mila €. Se l'anno successivo il portafoglio ha un decremento e si attesta a 19 milioni di €(-5%)  il ricavo lordo del pf è di 95 mila €(-5%) , qualora invece il portafoglio salisse a 21 milioni di € (+5%) il ricavo del pf è di 105 mila €(+5%).







E' strabiliante pensare che in condizioni come quella sopra descritta ci sia ancora un pensiero di gruppo che parla di conflitto d'interesse. E' invece evidente che l'interesse tra il promotore finanziario ed il suo cliente è comune.

Qualsiasi persona di buon senso e che non è aprioristicamente in malafede non può che convenire nel considerare vantaggioso avere al suo fianco un professionista che trae la propria remunerazione del vantaggio che porta al cliente.


mercoledì 1 ottobre 2014

Smantelliamo? Forse no?









A proposito di "pensiero di gruppo", in questi giorni si dibatte del tema del lavoro! In questo dibattito ci sono coloro che sostengono la totale liberalizzazione delle modalità  di assunzione e di licenziamento dei lavoratori dipendenti. Per contro ci sono coloro che vorrebbero mantenere un minimo di salvaguardia  nell'assunzione e nel licenziamento dei lavoratori dipendenti. Tutti e due gli schieramenti sostengono che non sarà  la modifica dell'art.18, per la parte che riguarda il licenziamento discriminatorio, a dare impulso all'occupazione.
Allora perché lo si vuole cancellare!








L'interessante è, ancora una volta, se ce ne fosse bisogno,  constatare con che coraggio le TV ed i giornali sostengono che la  mancanza di flessibilità nell'assunzione e nei licenziamenti è il motivo principale che adducono gli imprenditori stranieri per non investire in Italia.  Sono gli stessi giornali e TV che ogni giorno ci raccontano che in Italia ci sono troppi precari, troppe finte partite IVA e troppe finte cooperative. Sono gli stessi giornali e le stesse TV che dichiarano ogni giorno che i giovani NON sono garantiti perché vengono assunti a tempo determinato, a progetto etc. E questi giovani non avranno una pensione adeguata,  non  solo al loro tenore di vita attuale  ma alla sopravvivenza.  Ma si dimenticano di dirci che  questi giovani quando saranno anziani lo Stato Italiano, la comunità, dovrà sostenerli (si chiama Stato Sociale) e non potrà chiedere agli imprenditori che li hanno impiegati, di contribuire al loro sostentamento.
E' lo stesso "pensiero di gruppo" che negli ultimi anni a prodotto questa situazione, la riforma del lavoro che introdusse le assunzioni a tempo determinato, è stato voluto per  liberalizzare un mercato del lavoro "ingessato" dallo statuto dei lavoratori. 

Eccoli i risultati!
Disoccupazione in Italia al 12,3% pari a 3.134.000 persone.

Secondo me, non è  l'art.18  a tutela dei licenziamenti illegittimi, ad aver prodotto questa grave situazione sociale in Italia e in Europa, mentre una grande parte l'ha avuta l'avidità assunta a valore primario.

Rifletti!