sabato 4 ottobre 2014

Chi più spende, meno spende.





Un proverbio molto conosciuto dice: chi più spende, meno spende.

Almeno una volta nella vita è capitato anche a noi di aver detto: chi più spende meno spende, specialmente quando si tratta di un acquisto importante: l'abitazione, una ristrutturazione di un immobile o l'auto. Oppure quando dobbiamo sottoporci ad un check up sanitario, una visita specialistica per noi o per i nostri famigliari. La scelta di un professionista quale l'avvocato o il fiscalista. In questi casi si sceglie "il meglio", che comporta, per la maggioranza dei casi, spendere di più in onorari o parcelle. In quei casi ci torna in mente il detto: chi più spende meno spende che ci orienta nella scelta. Riteniamo infatti che un "bravo professionista"  meriti un adeguato compenso, non importa se è alto il compenso. Il pagare un alto compenso ci inorgoglisce e diventa motivo di vanto.
Ora, il promotore finanziario è un professionista, e come tale riceve un adeguato compenso per le sue prestazioni, se è bravo ha un alto compenso.
Tuttavia, poiché i compensi dei promotori finanziari, non vengono versati a lui direttamente sotto forma di onorario o parcella, è difficile per il cliente capire quanto lo paga. Il cliente paga la Banca o la SIM(società d'intermediazione immobiliare) attraverso delle commissioni parte delle quali vengono stornate al promotore finanziario.
Pertanto il professionista in questione riceve una fee (compenso)in percentuale sul portafoglio in gestione, che è l'insieme dei portafogli dei SUOI clienti. E' evidente che più è "grande" il portafoglio maggiori sono i ricavi per il professionista.
L'interessante, qui, è comprendere come i ricavi del PF e il guadagno del  Cliente sia  correlato, meglio ancora strettamente legato. Addirittura da farci dire che se perde denaro il cliente lo perde anche il professionista che lo gestisce. Per contro più guadagna il cliente e maggiore è il compenso del professionista.

Immaginiamo un portafoglio in gestione di 20 milioni di euro e ipotizziamo che il professionista abbia una fee dello 0,50%  annuo, il ricavo lordo del professionista sarebbe di 100 mila €. Se l'anno successivo il portafoglio ha un decremento e si attesta a 19 milioni di €(-5%)  il ricavo lordo del pf è di 95 mila €(-5%) , qualora invece il portafoglio salisse a 21 milioni di € (+5%) il ricavo del pf è di 105 mila €(+5%).







E' strabiliante pensare che in condizioni come quella sopra descritta ci sia ancora un pensiero di gruppo che parla di conflitto d'interesse. E' invece evidente che l'interesse tra il promotore finanziario ed il suo cliente è comune.

Qualsiasi persona di buon senso e che non è aprioristicamente in malafede non può che convenire nel considerare vantaggioso avere al suo fianco un professionista che trae la propria remunerazione del vantaggio che porta al cliente.


1 commento:

  1. E' vero.! Tutto ciò è valido per un professionista serio e consapevole della propria missione e del proprio lavoro, che non cerca scorciatoie per coniugare prima i suoi interessi e quelli della Banca (SIM) piuttosto che quelli del suo cliente.!!

    Per i giovani professionisti, come i PF questa consapevolezza è in ritardo.!


    Raffaele Imondi

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