giovedì 26 febbraio 2015

Mettersi in cammino.



Mettersi in cammino significa percorrere una strada che ti porterà in un luogo ben definito. Mettersi in cammino è l'opposto di vagare e lasciarsi trasportare dai propri passi. Mettersi in cammino é accettare di cambiare e di apprendere durante il tragitto, per arrivare al luogo prescelto, ricco di una nuova esperienza. Passo dopo passo ti si presenteranno degli ostacoli non previsti, che ti costeranno fatiche ed eventuali momentanee privazioni, ed è con il loro superamento che acquisisci l'esperienza necessaria per continuare il tuo percorso. 
Alla fine del tuo cammino sarai una persona nuova.

Perché questo accada devi avere un obiettivo chiaro, misurabile, raggiungibile e condiviso con le persone che ami.
Un obiettivo è chiaro  se lo "vedi già realizzato nella tua testa". Che sia misurabile, in Km, in denaro, in incontri. Che sia raggiungibile per te. Ed infine che sia condiviso dalle persone che ami, perché la strada che percorrerai sarà più facile se al tuo fianco ci saranno loro.

Sembra facile e scontato avere un obiettivo con le caratteristiche che ho descritto qui sopra, ed invece non è per niente facile, la maggior parte delle persone non hanno un obiettivo.

Ora, mi permetto di dare un consiglio o se preferite un suggerimento a coloro che si sottopongono ai colloqui di selezione/reclutamento. Considerando che l'incontro avviene perché il candidato ha scelto di verificare se c'è una possibilità di cambiamento per migliorare la propria condizione. 

Dovrebbe:
A) avere in mente cosa vuole ottenere e in quanto tempo;

B) fare domande tese a verificare quanto forte è  il cambiamento che dovrà effettuare, perché è grazie a quello che avverrà il cambiamento che modificherà la sua attuale insoddisfazione;

C) essere sincero.


Vi lascio con una citazione di Paulo Coelho " lo straordinario risiede nel Cammino delle Persone Comuni".

Rifletti!











mercoledì 18 febbraio 2015

Piketty: la disuguaglianza.




Thomas Piketty nel suo "Il capitale nel XXI secolo" pone l'accento sulla disuguaglianza come fattore determinante delle crisi del capitalismo. In una prima analisi mette a confronto il PIL mondiale e il reddito pro capite per continenti e via via per regioni.

A livello mondiale, la popolazione è, nel 2012,vicina ai 7 miliardi, e il Pil  supera leggermente i 70.000 miliardi di euro - da qui un Pil pro capite quasi esattamente  pari a 10.000 euro.
Se sottraiamo il 10%(svalutazione del capitale) e lo dividiamo per dodici, otteniamo una cifra equivalente a un reddito mensile medio di 760 € pro capite- dato, di per sé, forse più eloquente. Con questo criterio è stata elaborata la tabella seguente.

La distribuzione del PIL mondiale nel 2012
 
Popolazione
(in milioni di
abitanti)
   PIL                            PIL
(in miliardi              pro capite
di euro 2012)
Equivalente reddito mensile
pro capite
Mondo
7.050
100%
71.200
100%
10.100 €
760 €
 
 
 
 
 
 
 
Europa
740
10%
17.800
25%
24.000 €
1.800 €
Di cui Unione Europea
540
8%
14.700
21%
27.300 €
2.040 €
Di cui Russia/Ucraina
200
3%
  3.100
4%
15.400 €
1.150 €
 
 
 
 
 
 
 
America
950
13%
20.600
29%
21.500 €
1.620 €
Di cui USA/Canada
350
5%
14.300
20%
40.700 €
3.050 €
Di cui America Latina
600
9%
6.300
9%
10.400 €
780 €
 
 
 
 
 
 
 
Africa
1.070
15%
2.800
4%
2.600 €
200 €
Di cui Africa del Nord
170
2%
1.000
1%
5.700 €
430 €
Di cui Africa subsahariana
900
13%
1.800
3%
2.000 €
150 €
 
 
 
 
 
 
 
Asia
4.290
61%
30.000
42%
7.000 €
520 €
Di cui Cina
1.350
19%
10.400
15%
7.700 €
580 €
Di cui India
1.260
18%
4.000
6%
3.200 €
240 €
Di cui Giappone
130
2%
3.800
5%
30.000 €
2.250 €
Di cui altri
1.550
22%
11.800
17%
7.600 €
570 €
 
 
 
 
 
 
 

Fonte: Tabella  1.1. Il Capitale nel XXI secolo - Thomas Piketty

La disuguaglianza è evidente , i due estremi sono un reddito pro capite di 3.050 € nelle regioni più ricche (USA-Canada) ed un reddito pro capite di 150 € dell'Africa subsahariana.  Un cittadino nord americano ha un reddito di 20(venti) volte superiore ad un cittadino Africano.

E ci sono delle persone che ancora oggi si chiedono perché ci sono tanti migranti dall'Africa all'Europa.

Rifletti!














giovedì 12 febbraio 2015

iSocial...

C'è un comportamento che mi è  difficile capire, l'uso dei Social Network come mezzo di battaglia molto strumentale per la concorrenza. In particolare facebook è diventato un "amplificatore" di notizie, per la maggior parte negative, usate  per minare la credibilità della concorrenza.

Un esempio è quello che si sta "postando" sulle Banche, da Montepaschi alle Banche Popolari. Sono certo che dare risalto a notizie, non tutte veritiere, che appaiono sui diversi media a proposito dei presunti comportamenti di alcune Banche, non serva ai risparmiatori e nemmeno agli operatori bancari, compresi i promotori finanziari.

Le banche italiane  sono state gestite da sempre da un sistema affaristico-politico con l'unico scopo di creare provviste e potere per i più ricchi. 
Tuttavia i clienti delle banche italiane sono tra i più garantiti al mondo per quanto riguarda i loro depositi. E per i loro investimenti/risparmi hanno dalla loro parte la MiFID , che regola i Mercati e gli Intermediari ( Banche e SIM); tutelandoli  con una corretta "profilatura" ( decido il rischio che voglio assumermi) diventando parte attiva nella scelta del servizio offerto.

La scelta di imporre con un decreto legge il passaggio a Società per Azioni di alcune banche popolari serve  a creare le condizione perché "qualcuno" ( chi ha i mezzi finanziari) le possa acquistare. L'operazione, se andrà in porto, ridurrà il numero e l'importanza del sistema creditizio cooperativo per far nascere Banche di maggiore grandezza, nella logica del "too  big too fail"(troppo grande per fallire). Anche in questo caso i clienti non devono temere per i loro risparmi, al contrario dovrebbero temere per i servizi di prossimità con la chiusura di qualche filiale.

Sono convinto dell'importanza dei social per divulgare informazioni corrette in modo da permettere agli 'amici' di poter eventualmente scegliere soluzioni corrette.

È corretto informare i clienti ed i colleghi delle banche "tradizionali', che di tradizionale non c'è più nulla: il modo di operare, il servizio da rendere in filiale, i servizi bancari e finanziari erogabili oggi, sono fuori dalla tradizione bancaria conosciuta.

Il cambiamento avanza inesorabilmente sta a noi cavalcarlo!

Rifletti!












sabato 7 febbraio 2015

Caro Alexis: ma sei venuto a cercare coraggio in Italia?


Ricevo e pubblico.

Ci sono andati la Merkel e Hollande da Putin a trattare il piano di pace per l'Ucraina. L'iniziativa politico-economica che amiamo tanto chiamare europea è in realtà franco-tedesca, da sempre. Con il benestare ed il caloroso invito della superpotenza d'Oltreoceano, la più grande del mondo, che se non esistesse il male incarnato in qualche angolo del pianeta se lo dovrebbe inventare ogni volta per mantenere il primato proprio e la propria ricchezza. Diciamo che in questo ha sempre avuto fortuna. Qualcuno cui raddrizzare la schiena l'ha sempre trovato. Qualcuno cui sparare sulla testa a fin di bene.

Chissà se scrivere nel documento finale del summit Nato 2012: «Georgia e Ucraina entreranno a far parte della Nato» sia stata davvero una buona idea. Chissà se quando lo si è scritto l'intenzione era davvero quella di stabilizzare la regione Eurasiatica: ipotizzando una roccaforte del Patto atlantico a 500 km da Mosca. Chissà se le forze di intervento rapido del Readiness Action Plan pronte a partire "Punta di lancia" in resta non s'era deciso che dovessero partire ben prima dello sconfinamento dei carri russi in terra ucraina.


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Certo è che noi italiani, anche questa volta, con il nostro bel Ministro della difesa Roberta Pinotti, facciamo la nostra porca figura, facciamo gli inservienti: già data la disponibilità a partecipare. Ce l'abbiamo nell'animo la convenienza, a volte, mi viene da pensare, la servitù. E poi una doppiezza incomparabile. 

Tsipras è corso l'altrieri da Renzi a cercare sostegno e gli è forse anche parso di averlo ricevuto, dal momento che le parole del premier italiano sono state: «Dobbiamo leggere nelle elezioni greche il messaggio di speranza di una generazione che chiede più attenzione e riguardo per chi sta subendo la crisi»

Ma l'indomani, ieri, la Banca Centrale Europea ha revocato alle banche greche la possibilità di ottenere liquidità consegnando in garanzia titoli del debito pubblico di Atene. Ah be', allora se l'aria è cambiata si cambia la bandiera. Ed ecco Matteo correre a sostenere oggi che la decisione della Bce è stata «Legittima e opportuna». Da non credere. E nessuno che lo dica, che faccia rilevare l'arlecchinesca, la vergognosa contraddizione.

Dopo il 28 febbraio gli istituti di credito ellenici potranno essere finanziati soltanto attraverso lo sportello di emergenza della Banca centrale nazionale, la cosiddetta Emergency Liquidity Assistance (ELA). Sarà però un denaro più caro, messo a disposizione dalle Banche centrali nazionali che tuttavia – che bizzarra cosa! – si accollano costi e rischi per intero ma non hanno la potestà decisionale, che resta in capo alla Bce, che con la maggioranza dei due terzi dei votanti potrà fare ciò che vuole.

Ad esclusiva tutela di finalità perseguite e compiti da assolvere per la prosperità e la gloria dell'Eurosistema. E che cosa sia l'Eurosistema lo vediamo anche oggi. A trattare in Ucraina.

A presto.

Edoardo Varini


venerdì 6 febbraio 2015

Consulentia 2015

Pietro Giuliani Presidente e A.D. di Azimut, a Consulentia 2015 lancia una provocazione: la mia società è quotata comprate le azioni e sedete nel CDA cari promotori finanziari!

Datevi una mossa se volete incidere sul vostro futuro sembrerebbe voler dire Giuliani con la sua provocazione. Questa è la mia interpretazione della provocazione di Giuliani il quale l'ha ribadita ben due volte, nell'intento di far capire a chi non vuole capire.
Questa risposta Giuliani l'ha data a fronte di una domanda che intendeva  conoscere quali fossero  i costi che le Aziende sopportano per gestire le norme relative alla compliance.
La brava e competente Germana Martano, direttore generale dell 'Anasf, che conduceva la tavola rotonda ha brillantemente superato l'ostacolo con grazia e savoir-faire. D'altra parte non era compito di Germana Martano dare risposta a questa interessante "provocazione", forse era compito del Presidente Bufi che ne aveva  la possibilità nel suo intervento conclusivo, ma che ha glissato su questo tema, senza nemmeno considerarlo.

E questo è stato un peccato perché, se si fosse colto la "palla al balzo" la risposta avrebbe potuto essere questa: i promotori finanziari sono partner o dipendenti?

Se siamo considerati partner, così come sembra emergere ogni volta che si incontrano, nei convegni, le due parti dell'industria della Consulenza, la società mandante e i promotori finanziari;  non ho bisogno di essere anche azionista per discutere della riforma degli istituti contrattuali. Per la stessa ragione dovrei partecipare e contribuire alla definizione dei piani industriali che mi riguardano direttamente.

Invece se siamo considerati dei dipendenti, pagati a provvigione, basta dirlo e spero che Anasf e la sua dirigenza saprà affrontare anche questa sfida.

Rifletti!!