lunedì 29 giugno 2015

Si capisce meglio: bail-in o prelievo forzoso sui propri risparmi?

I clienti delle banche dovrebbero sapere, lo dice Ignazio Visco Governatore di Banca d'Italia, in audizione al Senato della Repubblica,  che potrebbero partecipare in solido, se la banca nella quale hanno i loro risparmi dovesse fallire, questa possibilità entra in vigore a gennaio 2016 e si chiama bail-in. Il prelievo forzoso, perché di questo si tratta, potrà avvenire sul tuo conto corrente e sulle obbligazioni emesse dalla banca in difficoltà. Il mancato rimborso del capitale e degli eventuali interessi legati all'obbligazione, può avvenire anche se non sei cliente della banca che fallisce, ma è sufficiente che ne detieni il titolo. Avendo introdotto il "salvataggio dall'interno" (bail-in) a cui partecipano anche i "creditori" della banca è opportuno conoscerne lo "stato patrimoniale"  prima di prestargli i nostri soldi.
Per nostra fortuna, oggi, abbiamo un elemento che ci permette di determinare lo stato patrimoniale di una banca senza dover studiare approfonditamente il bilancio. Il trattato di Basilea 3 stabilisce, tra l'altro,  l'obbligo alle Banche di dichiarare il proprio Common Equity Tier 1 (CET1) che è l'indicatore di solidità adottato dalle Istituzioni Europee e Mondiali, e che per la Banca Centrale Europea (BCE) deve essere superiore al 8%.
Ecco alcuni indicatori delle banche tra le più conosciute:

Ora, gestire i nostri risparmi è sempre più complesso, le norme che vengono approvate per salvaguardare il "risparmio nel suo insieme", non sempre tutelano i singoli risparmiatori, i quali non hanno altra possibilità che affidarsi ad un professionista ,il promotore finanziario, che li aiuti a capire (educazione finanziaria) e li conduca a condividere scelte per mettere al sicuro i propri risparmi.
Sulla stretta correlazione tra i ricavi dei promotori finanziari e le performance, sia positive che negative, ottenute dai clienti, ne ho già parlato altre volte; tuttavia ritengo, che anche in questo caso la "simbiosi" tra cliente e promotore sia da evidenziare.
Facciamo un esempio: un promotore finanziario lavora per acquisire e gestire al meglio i propri clienti, per poterlo fare riceve un mandato da una Banca che gli fornisce i servizi necessari, ipotizziamo che per incapacità dei propri Dirigenti la suddetta Banca ha un CET1 al disotto dell'8%, quindi vicina alla possibilità di un default?
Cosa dovrebbe fare un professionista serio? A mio avviso dovrebbe informare i clienti del rischio che corrono e passare ad una banca più sicura per i propri clienti e per sé.
Attenzione, il promotore rischia la perdita dei clienti e del proprio reddito per cause non direttamente imputabili a lui ed al suo operato, così come il cliente può perdere i propri risparmi per lo stesso motivo.
Ecco dimostrata la stretta correlazione tra cliente e il suo promotore finanziario.

Rifletti !!!









martedì 16 giugno 2015

La paura di un ricco, i poveri cosa dovrebbero avere?

Cartier, il proprietario svela la sua più grande paura: "Che i poveri insorgano e facciano cadere i ricchi"

"Come la società si sta preparando ad affrontare la disoccupazione strutturale e l'invidia, l'odio e la guerra sociale?", ha detto. "Stiamo distruggendo la classe media in questa fase. È ingiusto. Ecco, questo è ciò che mi tiene sveglio la notte". Johann Rupert possiede una fortuna che si aggira intorno ai 7,5 miliardi dollari, proventi che arrivano dalle rendite di da marchi quali Cartier, Chloe e Vacheron Constantin.
È quanto scrive l'uffington post del 13 giugno 2015.
Di per sè, la notizia potrebbe passare inosservata, in fondo è solo un ricco con le sue paure. Johann Rupert introduce un argomento importante , "l'esplosione della povertà " senza più il cuscinetto della classe media, che attutiva i conflitti di classe e teneva i Ricçhi al riparo appunto dall'invidia e dall'odio sociale. La classe media, chi la rappresenta ovviamente, ha avuto il merito o la colpa, di anestetizzare la lotta di classe, sostenendo che loro erano l'esempio della possibilità per tutti di diventare "ricchi" purché lo si volesse. 

Queste idee hanno condizionato intere generazioni facendogli credere che il diritto al lavoro era un orpello dei conservatori comunisti non un diritto costituzionale.
La scelta dei sostenitori del capitalismo, quindi dei capitalisti, e tra questi c'è il Signor Rupert, è che il mercato deve essere libero, i capitali devono poter circolare più o meno liberamente, il lavoro non deve essere regolamentato, ed il reddito prodotto deve essere distribuito in modo iniquo, pochi soldi a chi produce, molti soldi agli azionisti.
Nel frattempo sempre gli stessi capitalisti hanno immesso sul mercato le tecnologie che ci permettono di comunicare tra noi in tutto il mondo, questa possibilità ha fatto vedere a moltitudini di essere umani che in alcune parti del mondo si vive meglio che in altre.

Essendo l'essere umano intelligente e capace di scelte opportune, esso ha ritenuto di migrare verso i Paesi devo si vive meglio e non rischia la vita.
Ora,la comunità mondiale si trova di fronte a grandi sconvolgimenti: la migrazione dai teatri di guerra e di povertà dell'Africa e del Medio Oriente, quella che sta avvenendo nell'Oceano Indiano, con migliaia di persone, che vagano tra l'Indonesia e l'Australia senza trovare un approdo. La crisi economica innescata dall'avidità delle Banche USA che si è propagata a tutto il mondo. L'incapacità delle Istituzioni mondiali nel trovare soluzioni per debellare la povertà e creare condizioni di vita dignitose.
Le stesse lobby continuano a creare organismi internazionali come il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) e il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) che avrebbero la possibilità di citare presso un tribunale privato i governi qualora le leggi promulgate, per esempio sull'ambiente o sui diritti dei consumatori, andrebbero a ledere  gli interessi e i profitti delle imprese aderenti ai suddetti trattati.
Questa condizione l'hanno creata gli stessi che ora dovrebbero risolverla. Un gruppo di poche persone, potenti, con tanti mezzi economici che governano direttamente o indirettamente le Istituzioni.

Sono molte le personalità che in questi tempi hanno sollevato dubbi e perplessità su questo modello di sviluppo, non ultimi almeno due Papi, Ratzinger in Caritas in Veritate, e  Francesco I.

Resto convinto, sempre più convinto che il cambiamento può arrivare solo dal basso, solo se ognuno di noi partecipa alla vita sociale del Paese. 

Rifletti!














sabato 6 giugno 2015

La reputazione

La reputazione è l'indicatore più importante che le persone hanno a disposizione per conquistare la fiducia della comunità a cui appartengono. Per le Aziende la reputazione è un valore fondamentale per conquistare la fiducia dei propri clienti e dei consumatori. Cosi per i partiti politici e per le associazioni una buona reputazione stimola l'aggregazione tra le persone mentre quella cattiva allontana e disgrega.
La sostenibilità della reputazione è una necessità per chiunque voglia mantenere una relazione positiva con gli "altri".
Tuttavia, in una società come l'attuale i cosiddetti mass media, la stampa in generale e la TV in particolare, sono in grado di influire se non addirittura creare la reputazione di politici, imprenditori, persone comuni e persino di città ed etnie.
Ora, stiamo pagando tutti e tra noi i poveri pagano di più, gli errori che stimati e ben reputati Banchieri e Manager hanno compiuto nel corso di questi anni. Voglio ricordare che il disastro creato, dai mutui sub prime, dai banchieri degli Stati Uniti ha portato ad una crisi di sistema  che si è propagata a tutto il mondo occidentale. Successivamente altri Banchieri e Manager  pubblici hanno deciso che in Europa si doveva attuare la politica dell'austerità che di fatto ha ridotto i servizi sociali e le remunerazioni (stipendi e pensioni) colpendo sempre i più poveri.
Può darsi che io abbia una visione parziale del mondo, vivendo  a Cernusco sul Naviglio, non essendo mai stato a New York o nella Silicon Valley, questo farebbe di me un provinciale. Resto però convinto che l'uso delle TV e dei giornali sia strumentale ed abbia lo scopo di distogliere l'attenzione dai veri problemi quali: una più equa redistribuzione della ricchezza, creazione di una economia sostenibile, sviluppo sostenibile dell'ambiente e della salute. La soluzione di questi problemi evidentemente non porterebbe vantaggi ai potenti che governano il mondo.
Ci sono invece molte persone che hanno un alta reputazione, ma non vanno nei talk show e nemmeno sui giornali, lavorano in condizioni difficili e lo fanno per gli "altri", gli invisibili, quelli che non avranno mai un mutuo da una banca.
Uno di questi è Fra Enrico Muller che con alcuni Fratelli e Sorelle lavora a Scampia (Napoli) con un progetto, tra gli altri, di recupero scolastico  per l'ottenimento della licenza di scuola media di ragazzi e ragazze che hanno interrotto il percorso scolastico.

Ho avuto l'onore e il piacere di passare alcune ore con loro e questo  mi è stato sufficiente a farmi percepire la loro capacità d'ascolto e la grande disponibilità ad aiutare i più deboli.
L'ambito in cui lavorano è difficile ma riescono ad ottenere risultati che per me sono straordinari e questo è dovuto alla loro capacità e ad una buona reputazione.

Rifletti!