Cartier, il proprietario svela la sua più grande paura: "Che i poveri insorgano e facciano cadere i ricchi"

È quanto scrive l'uffington post del 13 giugno 2015.
Di per sè, la notizia potrebbe passare inosservata, in fondo è solo un ricco con le sue paure. Johann Rupert introduce un argomento importante , "l'esplosione della povertà " senza più il cuscinetto della classe media, che attutiva i conflitti di classe e teneva i Ricçhi al riparo appunto dall'invidia e dall'odio sociale. La classe media, chi la rappresenta ovviamente, ha avuto il merito o la colpa, di anestetizzare la lotta di classe, sostenendo che loro erano l'esempio della possibilità per tutti di diventare "ricchi" purché lo si volesse.
Queste idee hanno condizionato intere generazioni facendogli credere che il diritto al lavoro era un orpello dei conservatori comunisti non un diritto costituzionale.
La scelta dei sostenitori del capitalismo, quindi dei capitalisti, e tra questi c'è il Signor Rupert, è che il mercato deve essere libero, i capitali devono poter circolare più o meno liberamente, il lavoro non deve essere regolamentato, ed il reddito prodotto deve essere distribuito in modo iniquo, pochi soldi a chi produce, molti soldi agli azionisti.
Nel frattempo sempre gli stessi capitalisti hanno immesso sul mercato le tecnologie che ci permettono di comunicare tra noi in tutto il mondo, questa possibilità ha fatto vedere a moltitudini di essere umani che in alcune parti del mondo si vive meglio che in altre.
Essendo l'essere umano intelligente e capace di scelte opportune, esso ha ritenuto di migrare verso i Paesi devo si vive meglio e non rischia la vita.
Ora,la comunità mondiale si trova di fronte a grandi sconvolgimenti: la migrazione dai teatri di guerra e di povertà dell'Africa e del Medio Oriente, quella che sta avvenendo nell'Oceano Indiano, con migliaia di persone, che vagano tra l'Indonesia e l'Australia senza trovare un approdo. La crisi economica innescata dall'avidità delle Banche USA che si è propagata a tutto il mondo. L'incapacità delle Istituzioni mondiali nel trovare soluzioni per debellare la povertà e creare condizioni di vita dignitose.
Le stesse lobby continuano a creare organismi internazionali come il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) e il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) che avrebbero la possibilità di citare presso un tribunale privato i governi qualora le leggi promulgate, per esempio sull'ambiente o sui diritti dei consumatori, andrebbero a ledere gli interessi e i profitti delle imprese aderenti ai suddetti trattati.

Questa condizione l'hanno creata gli stessi che ora dovrebbero risolverla. Un gruppo di poche persone, potenti, con tanti mezzi economici che governano direttamente o indirettamente le Istituzioni.
Sono molte le personalità che in questi tempi hanno sollevato dubbi e perplessità su questo modello di sviluppo, non ultimi almeno due Papi, Ratzinger in Caritas in Veritate, e Francesco I.
Resto convinto, sempre più convinto che il cambiamento può arrivare solo dal basso, solo se ognuno di noi partecipa alla vita sociale del Paese.
Rifletti!
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