sabato 5 dicembre 2015

Chi salva i risparmiatori?

Questa mattina su Facebook un ex consulente finanziario indipendente , quindi una persona che ha competenza nel settore finanziario, esordiva dicendo che la solita storia dei risparmiatori che dicono:" è tutta colpa della banca, mi sono fidato ho perso tutto"; e conclude con un "francamente mi ha stufato".  Poi continua dicendo che il risparmiatore non è educato finanziariamente, è avido, va in banca e chiede solo quanto mi dai? Non diversifica ed ecco i risultati. Quindi la colpa è sua!!!!(ndr).

Con questa lettura dei fatti, non sono per niente d'accordo, la nostra  Costituzione salvaguarda il risparmio, ovviamente non solo quello delle banche ma anche quello dei cittadini.
Le banche hanno, tra l'altro,  il compito di raccogliere il risparmio e di gestirlo nell'interesse del cittadino/cliente. È compito delle banche dare le corrette informazioni ai clienti, le informazioni devono essere "capite" dal cliente in modo chiaro e inequivocabile. E per questo ci sono leggi e regolamenti che vanno rispettati non solo in modo formale ma sostanziale.

E gli organismi di controllo e vigilanza, Banca d'Italia e Consob come hanno potuto non accorgersi della situazione  finanziaria di queste  quattro banche?
Che tipo di vigilanza hanno effettuato queste Istituzioni nei loro confronti ?  Che vigilanza hanno effettuato sulle obbligazioni subordinate emesse? 


La verità è che gli  interessi di chi gestisce queste banche è più frequentemente rivolto ai risultati delle "trimestrali" piuttosto che ai piccoli risparmiatori, che sono quelli che normalmente  ci lasciano le"penne", la storia Italiana (e mondiale) è piena di episodi come quello di cui stiamo parlando,ne ricordo alcune : le obbligazioni Cirio vendute ai clienti retail, anche se non si poteva, la Parmalat, le obbligazioni Argentina. È l'insieme del sistema che non funziona, e come potrebbe se la banca è una impresa che fa parte di un'industria con regole create per l'ottenimento del massimo profitto. Se al centro metto il profitto, e non l'impresa che è costituita da clienti, fornitori,  dipendenti, azionisti e in ultimo il management; si creano le disfunzioni che stiamo vedendo.
Per nostra fortuna ci sono realtà , che pur essendo banche a tutti gli effetti, sono strutturalmente diverse in quanto raccolgono denaro dai clienti attraverso le reti di consulenti finanziari.
È il consulente finanziario che "porta" il cliente alla banca, questo gli dà una forte autonomia di giudizio, non è obbligato a vendere ai propri clienti quello che potrebbe interessare alla banca, ma quello che serve al cliente.
Il consulente finanziario normalmente si costruisce un portafoglio clienti, e non gli viene dato dalla banca per la quale opera.
Il consulente finanziario è consapevole che i suoi guadagni economici derivano dalle commissioni che paga il cliente, niente clienti niente guadagni. Il consulente finanziario ha ben presente che i suoi guadagni sono legati alla crescita dei guadagni del suo cliente. Pertanto il cliente è un "tesoro" da accudire con attenzione. 

Per concludere, questa vicenda ha ulteriormente posto in evidenza che ci sono realtà dove i conflitti d'interesse sono enormi. L'interesse dell'Istituto di credito e l'interesse dei risparmiatori. 

Allora chi salva i risparmiatori? 
La risposta è: un consulente finanziario in quanto professionista nel pieno della sua autonomia professionale.
Rifletti!







































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