mercoledì 10 giugno 2020

I fattori demografici che influenzeranno il futuro del mondo





Mi hanno insegnato che nei momenti di maggiore difficoltà, emotiva, è importante guardare la situazione che si sta vivendo dall'alto; come si fossimo su un velivolo, oppure attraverso un cannocchiale che ne allontana la visione e ti fa vedere tutto il contesto.
Provando a guardare con un po' di distacco quanto è avvenuto da febbraio 2020 ad oggi; la pandemia da covid19 ha sostanzialmente modificato, in pochi mesi, i comportamenti relazionali delle donne e degli uomini, in Italia e nel mondo.
Il distanziamento sociale ha messo a nudo la fragilità del Sistema su cui si fonda la nostra Società.
Il nostro modello produttivo è sostanzialmente basato sull'assembramento: nelle fabbriche, nei diversi luoghi di lavoro,e nelle zone commerciali. 
Queste aree sono state create per meglio controllare i flussi delle persone che vi accedono e per essere facilmente raggiungibili dai clienti o da chi vi deve lavorare.  Ora, la pandemia da virus ha dimostrato che questo modello diventa un acceleratore di malattia e un facilitatore di infezione.
Quindi si dovrebbe cambiare l'attuale modello con un altro che tenga conto dell'esperienza che ci ha fornito il coronavirus covid19.

Tuttavia, l'informazione con la TV (tutte) e con i quotidiani cartacei o On Line, continua ha sostenere la necessità di ritornare a comportarci esattamente come prima del periodo di pandemia, di fatto gli interventi che si sono predisposti riguardano il mantenimento del Sistema così com'è.
Il richiamo, che viene da più parti e con voci differenti, sostiene che l'uso e l'abuso delle risorse del nostro pianeta, e la riduzione di spazi agli altri esseri viventi, non umani, espone l'umanità a diversi possibili contagi da "salto di specie" dagli animali agli umani.
Sembrerebbe che a Hong Kong un nuovo ceppo di epatite, denominata E, stia passando dai ratti all'uomo ( Il Messaggero 8 maggio 2020).


Ora se guardiamo attentamente il grafico (tratto da :scenari geopolitici e dinamiche geoeconomiche del Prof. Aldo Pigoli)
con l'analisi della situazione demografica del mondo, non ci vuole molto a capire che la crescita degli umani nella parte del mondo dove tuttora vivono la maggior parte degli animali, "esproprierà" costoro dai loro spazi vitali, rendendo potenzialmente più facile eventuali "salti di specie".

Inoltre c'è un ulteriore elemento di criticità lo sviluppo abnorme della concentrazione della popolazione nelle aree urbane:
    • nel 1950 il 30% della popolazione viveva nelle città;
    • nel 2018 il 55% della popolazione viveva nelle città;
    • nel 2030 si stima sia il 60% della popolazione vivrà nelle città.
Questo significa città sempre più grandi con "assembramenti maggiori".

Che fare?  E' indispensabile guardare ad un modello di Società sostenibile, che mette al centro la natura e non il solo profitto.

E' possibile salvaguardare la natura l'ambiente il pianeta e tutti gli esseri viventi e fare profitto?

Sicuramente sì, è solo una scelta politica.

Buona vita a tutti.

















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